martedì 16 settembre 2008

L'Alitalia e Leonardo da Vinci


Prestando attenzione alle sconfortanti notizie degli ultimi tempi riguardanti l'Alitalia, la cosiddetta "compagnia di bandiera", non posso fare a meno di notare il rapporto simbolico e analogico che questa azienda ha con l'Italia stessa, con il suo governo e la società in generale. Se le notizie di cui dispongo non sono errate, Alitalia si sarebbe costituita formalmente il 16 settembre 1946, esattamente 62 anni fa, nel dopoguerra, in un periodo in cui il Bel Paese "decollava" verso nuovi orizzonti e un nuovo destino. Non voglio qui analizzare la storia e i cambiamenti di una società che, negli anni, è mutata radicalmente attraversando varie fasi; ma l'Alitalia ha sempre volato, più meno alta, come l'Italia stessa (assimilando anche i vizi nazionali dell'autoreferenzialità e della supponenza): si è collegata con tutto il mondo, significativamente ha attualizzato scambi con altri paesi e culture che hanno un valore metaforico profondo, quello su cui fonda la nostra attuale società della comunicazione e della globalizzazione, evidenziandone in questo caso il senso positivo. Tuttavia è dal 1999, sembra, che la Compagnia non realizza più utili e che riduce i suoi contatti, le sue destinazioni. L'Alitalia è in crisi, ma anche l'Italia è in crisi... Non si vola più, individualmente e socialmente, o ci si appresta a non farlo più. Se consideriamo il senso simbolico del volo, del dominio dell'aria - che è libertà, pensiero, speranza, proiezione verso il futuro, leggerezza, che è la sfida forse più audace e sentita per l'uomo dotato di intelligenza - dobbiamo davvero preoccuparci se il nostro paese, per analogia con la sua compagnia aerea, rimane al suolo, incapace di decollare. Cosa ci è successo? Siamo forse naufragati spinti dall'arroganza, dall'individualismo deteriore, dalla perdita di ideale e di morale (quella vera, non quella formale che ancora fa bella mostra di sé negli spot pubblicitari dei politici e dei potenti), dall'incapacità di una comunicazione seria e reale? Non saprei, però secondo me c'è bisogno di una matura riflessione autocritica, di una presa di coscienza, c'è bisogno di responsabilità. Il problema non è tanto quello di risolvere il disastro dell'Alitalia, che mi auguro possa rientrare presto e nel migliore dei modi per tutti. Il problema, invece, mi sembra - per noi italiani - quello di ritrovare la nostra capacità di volare. Leonardo da Vinci, il cui nome è stato attribuito all'aeroporto di Fiumicino, riferendosi al proprio interesse per la conoscenza e al proprio sforzo di rinnovarsi incessantemente, indicava il volo continuo come quel costante rinnovamento del cuore e della mente che incarnava lo spirito stesso del Rinascimento. Forse, anche soltanto in parte, come italiani e per il bene di tutti, abbiamo veramente il dovere di riscoprirlo dentro noi stessi. In questo modo potremmo davvero salvare le... Ali-dell'-Italia, quelle vere!