martedì 11 gennaio 2011

Iniziare di nuovo

Siamo nel nuovo anno, ecco che il ciclo stagionale e annuale è reiniziato.
Una considerazione in proposito: il tempo viene concepito in modi differenti in epoca moderna e dalle antiche culture.

Nel primo caso il tempo è lineare, segue una direzione che va dal passato verso il futuro, da un punto iniziale ad uno finale e, soprattuto, è quantificabile, misurabile, "commercializzabile", entra negli schemi del marketing. Il tempo è qualcosa di cui disponiamo in quantità limitata e la nostra preoccupazione al riguardo va dall'"ammazzare il tempo" quando non sappiamo che farcene e lo sprechiamo, all'idea che "il tempo è denaro" quando vogliamo sfruttarlo al massimo per scopi concreti e utilitaristici. In generale possiamo anche osservare che la mentalità attuale, per lo più "scientista" (cioè improntata ad un materialismo scientifico e a nuove superstizioni tecnopragmatiche), è soprattutto certa - in maniera più o meno consapevole - della fine del tempo, cioè della morte.

Diversamente concepivano le antiche culture: per loro il tempo era ciclico, eternamente ritornante su sé stesso, e questo fatto era sacro, cioè dotato di senso, di significato, perchè unificava la vita e la morte in un movimento evolutivo armonico sostenuto da una legge eterna, o meglio, oltre il tempo. Per questo motivo le limitazioni che si sperimentano, per forza di cose legate alle due grandi categorie universali del tempo e dello spazio, sono - secondo questa visione - meno laceranti, dolorose, meno definitive. Si percepisce una unità di base, un assoluto all'interno del ciclo di vita-morte, che rende transitoria e illusoria ogni ansia, ogni paura, sostituendola con la certezza dell'essere.

Per tornare al nostro inizio d'anno, e per essere in armonia con il momento significativo e simbolico del ciclo, anche ognuno di noi deve potersi rinnovare, cioè deve ritrovare il nuovo, la novità, la rivoluzione entro sè stesso. Volgersi verso la propria vita ed operare delle trasformazioni in positivo. Per questo motivo all'inizio dell'anno si formulano degli obiettivi, si pongono o si rinnovano dei propositi. Non è una pratica vuota, priva di senso: si tratta di un'occasione per ritrovare - sostenuti dal ciclo annuale - l'entusiasmo del reinizio e anche la sua progettualità, cioè la capacità e la volontà di ideare il nuovo, maggiore determinazione nel combattere e superare ostacoli ed elementi negativi, concepire direzioni, sviluppi e sfide significative per il proprio sviluppo. Forza, dunque! Sempre secondo il ciclo stagionale, abbiamo tempo per elaborare questo rinnovamento progettuale e ideale di noi stessi fino ai primi giorni di febbraio, dopo di che bisognerà porre elementi concreti e azioni pratiche a sostegno di ciò che avremo stabilito.