lunedì 27 agosto 2007

Meditazione


Ho notato che sempre più frequentemente i pubblicitari inseriscono nelle loro campagne di vendita dei riferimenti a stati di estasi, di illuminazione, con immagini di persone in posizioni di meditazione o yoga, oppure con accenni a visioni contemplative e totalizzanti. Evidentemente, dal punto di vista pubblicitario, non basta più il "sesso" come veicolo per attirare interesse su certi prodotti; oppure il target di vendita deve essere il più ampio possibile e quindi deve poter arrivare alla categoria di persone che risulta sensibile ad un richiamo "spirituale" o "new age". Certo, questo tipo di comunicazione superficializza tutto e svilisce ciò che, invece, potrebbe avere valore intrinseco.



Cos'è, in definitiva, la cosiddetta "meditazione"? Mi riferisco soprattutto a quella orientale, quella che risulta oggetto dell'interesse di cui sopra e che rischia di essere, perciò, ancora meno compresa di quanto non fosse qualche tempo fa. Alla domanda potremmo rispondere in molti modi e, soprattutto, potremmo dire che la meditazione è uno stato della mente e del cuore che può essere oggetto di esperienza ma che non può veramente essere spiegato a parole, essendo uno stato di maturità raggiunta, di profonda e consapevole comunione con la Vita. Però qui non parliamo propriamente di ciò, bensì della tecnica, dell'esercizio atto a sgombrare la strada per l'ampliamento della consapevolezza.



La tecnica in esame ha soprattuto lo scopo di ingenerare una comunicazione fra sé stessi e la propria mente, fra la propria mente e il corpo, una sorta di allineamento, di "centratura" delle proprie componenti vitali, solitamente compartimentalizzate e frammentate fra di loro. La meditazione è un tempo e uno spazio da dedicare a sé stessi in un sano atto egoico ma non egoistico: essere presenti al proprio respiro, alla forza vitale nel corpo, ai movimenti della mente. Ritrovare il ritmo, colloquiare con il Sé profondo, con il cuore, ritrovare la vita dentro di sé. Proprio come ogni giorno laviamo e puliamo il nostro corpo, così la meditazione ha lo scopo di pulire al mente, di purificarla da scorie, conflitti, fattori condizionanti, arrivando perfino a toccarne e sgomberarne le zone sub-coscienti. In tal modo è addirittura possibile creare nel proprio intimo un'attenzione e una stabilità che non muta reagendo continuamente al flusso incessante dei pensieri e delle emozioni. E' invece obiettivo della meditazione rilassarsi, rinnovarsi, fronteggiare nel migliore dei modi lo stress quotidiano, relazionarsi con gli altri intorno e con le circostanze in un modo più sicuro, aperto e consapevole.



Esistono tante tecniche meditative, l'oriente è stato molto generoso nel produrle e nel perfezionarle. La più semplice, forse, è quella di sedere con la spina dorsale eretta ma senza rigidità, a gambe incrociate sul pavimento oppure seduti su di una sedia. In questa posizione che esprime vigilanza, energia e tranquillità, si presta attenzione al respiro che entra e che esce dalle narici, alla semplice sensazione del suo passaggio. Tutto qui. La mente durante questo esercizio si distrae naturalmente, perdendo questo tipo di attenzione. La sfida consiste semplicemente nel riportarla qietamente al respiro, senza rifiutare i moti della mente stessa, i pensieri e le sensazioni, ma osservandoli come fossero nuvole passeggere che trascorrono muovendosi nel cielo. Durante questo semplice ma non semplicistico esercizio, essendo sollecitata la consapevolezza e l'apertura della mente, possono accadere molte cose: emergono emozioni e contenuti mentali accantonati o addirittura rimossi, riaffiorano ricordi, immagini, pensieri. Tutti vengono accolti e osservati, senza lasciarsi però trascinare da loro e mantenedo l'impegno dell'attenzione al respiro - che è vita. Questa descritta è forse la base, il cuore, di ogni esercizio di meditazione e, probabilmente, ne è anche il punto di arrivo: l'ampliamento della coscienza e dell'autoconoscenza. In mezzo, fra la partenza e l'arrivo, esistono molte altre tecniche, esercizi che stimolano, preparano, sostengono. Per esempio mediante l'uso di mantra. Pare infatti, secondo lo Yoga, che nel palato e nella bocca vi siano 84 punti energetici che, sollecitati attraverso la pronuncia di determinati suoni mantrici (dotati o meno di significato letterale) producono delle trasformazioni psichiche e anche biochimiche nel cervello e, di conseguenza, nel corpo.



Non è il caso di analizzare qui ulteriormente le particolarità degli esercizi e le loro molteplici caratteristiche, le varie forme che assumono anche a seconda delle scuole e delle culture in cui sono state sviluppate. Possiamo però sinteticamente considerare la meditazione in questo modo: l'atto di fermarsi e provare a sentirsi finalmente sé stessi.