lunedì 19 maggio 2008

Il Vaticano e gli extraterrestri.


Il Vaticano ci ha recentemente informati che non esistono contraddizioni fra la possibilità di vita intelligente su altri pianeti e la fede cattolica. Non possiamo - dicono - porre limiti alla libertà di Dio (!), che può benissimo avere creato altri mondi e altre forme di vita. Anzi, aggiungono, anch'esse avrebbero diritto alla misericordia divina. I "fratelli" extraterrestri potrebbero non avere bisogno della Redenzione, essere vicini a Dio e in piena amicizia con il Creatore. Se invece fossero dei peccatori, la Pietà divina e la Provvidenza sicuramente si attiverebbero per aiutarli.

Fin qui la dichiarazione vaticana, lodevole e magnanima. Però, a mio parere, qualche problema c'è, ed è relativo alla figura e al ruolo di Gesù Cristo: secondo la dottrina cattolica, infatti, l'Incarnazione è unica e irripetibile: in tutti gli universi possibili, nell'indefinito e umanamente inconcepibile numero di galassie, di stelle, di pianeti, di cosmi, la Terra di duemila anni fa è l'unico luogo e l'unico tempo dove Gesù, il Figlio di Dio, si è fatto uomo! Qualunque sia la loro cultura, il grado di civiltà, anche molto diverso dal nostro, magari con caratteristiche fondamentalmente dissimili non solo dal punto di vista cognitivo ma anche fisico e biologico, dalle dichiarazioni vaticane si evince che sugli altri mondi non hanno avuto e non avranno mai il beneficio dell'Incarnazione divina - cioè il Logos che si mostra in una forma tangibile, visibile e vicina, perché Dio si è manifestato solo una volta nell'eternità e nell'infinità dei mondi, e l'ha fatto in Palestina. Forse, però, viene da auspicare, alcuni extraterrestri potrebbero avere la buona sorte di incontrare i terrestri e, dunque, venire a conoscenza dell'Evangelo. Se avessero una tale fortuna potrebbero venire finalmente cristianizzati e, se le diversità psico-biologiche glielo permettessero, sarebbero convertiti al cattolicesimo: in tal modo il Papa di Roma potrebbe fornire indicazioni di fede anche alle altre galassie. Purtroppo, anche così, essendo l'Universo vastissimo, saranno un numero incalcolabile le civiltà extraterrestri a non avere questa possibilità. E allora? Il Vaticano, come già ricordato, lodevolmente confida in tali casi nella misericordia del Creatore...

Viene da chiedersi: e se le forme di vita extraterrestri, per diversità biologiche, avessero una sessualità differente da quella umana, come si porrebbe la Chiesa? La condannerebbe come innaturale, oppure attesterebbe l'inferiorità di quelle creature rispetto a quelle fatte "a immagine e somiglianza di Dio", o addirittura troverebbe l'intervento del demonio in quella diversità sessuale? Naturalmente questo tipo di osservazioni costituiscono anche una facile ironia, e me ne scuso, però vengono abbastanza spontanee visto l'estremo antropocentrismo e l'assurdo geocentrismo delle affermazioni del Vaticano.

Non voglio certo offendere chi le condivide, ognuno deve credere e seguire ciò che ritiene plausibile: le mie riflessioni sono fatte in senso dialettico, per amore di ricerca. Personalmente, tuttavia, sono ammirato e sollevato dalle concezioni di ampio respiro di religioni come l'induismo e il buddismo che di Incarnazioni divine ne prevedono tante, in ogni tempo e in tutte le direzioni possibili, per aiutare tutti gli esseri senzienti in qualsiasi universo e spazio-tempo essi si trovino. Si, perché queste religioni accolgono già da migliaia di anni l'idea dell'indefinita molteplicità degli universi e dei mondi abitati, come pure la diversità delle forme di vita - tutte dotate della scintilla divina, della possibilità di redenzione e d'illuminazione e dell'opportunità di incontrare il Logos, lo Spirito, il Divino, in una forma tangibile e avvicinabile.

Leggere, per constatare ed eventualmente approfondire, la Bhagavad Gita induista e il Sutra del Loto buddista...