
L'etimologia di "vacanza" è la stessa di vacante, dal latino vacare e vacuus, vuoto. Si tratterebbe, dunque, di un periodo - quello della vacanza - libero da impegni, per lo meno quelli consueti, libero dal lavoro, oppure da altro in relazione con le abitudini della vita quotidiana. Parliamo, dunque, di una interruzione, di una sospensione dell'attività o di uno specifico tipo di attività, insomma di relax. Secondo quanto mi sembra di osservare, però, non è tanto facile concedersi una vacanza che lo sia veramente. Ho l'impressione che spesso durante questi periodi di svago il rilassamento non sia così immediato, e il "vuoto" non sia facile da praticare: si finisce con il riempire più che con lo svuotare, e addirittura ci si stressa proprio come si fa di solito nella vita normale. Per esempio, in vacanza si può eccedere nelle attività, nell'animazione, oppure si va insieme ad altre persone con le quali, invece di trovare un momento di distensione, si ripropongono tensioni, piccoli litigi o frizioni interpersonali che si pensava di lasciare finalmente alle spalle. Paradossalmente talvolta si cercano spiagge o ritrovi affollati, e magari ci si impegna nel traffico proprio come a casa! Anche se, in qualche modo, si riesce a trovare una situazione riposante, distensiva, senza impegni particolari, può avvenire che si sia incapaci di apprezzarla, e il vuoto diventi oppressivo, il silenzio risulti disperante, la mancanza di stimoli venga ad essere come un incubo dal quale non si vede l'ora di fuggire. Il fatto è che il "vuoto", anche quello delle vacanze, è simbolicamente - nel profondo - come una morte. In fondo se ne ha paura. Dopo aver tanto desiderato una pausa, la si riempie con ogni sorta di cose per evitare di fermarsi davvero; oserei dire: per non rimanere soli con sé stessi. C'è una paura dietro tutto ciò, una sorta di angoscia.
Eppure la vacanza è una cosa meravigliosa, rigenerante, durante la quale si può ritrovare l'essenziale, recuperare valori, essere più sé stessi. Se la si condivide con altri può essere rasserenante. Se la si fa con la persona con la quale si condivide la vita, è possibile finalmente rigenerarsi insieme, oppure insieme ritrovare la spensieratezza, la scoperta di nuovi luoghi, di antiche dimensioni. La vacanza è reintegrativa, è una grande benedizione, un beneficio possibile per molti soprattutto del mondo di oggi, ma non è scontato e non va sprecato. In realtà dobbiamo reimparare a ringraziare, ad apprezzare le possibilità che ci vengono offerte, a valorizzare. Però non è possibile farlo se stiamo male, se viviamo senza conoscere noi stessi, portandoci delle ferite insanabili nel cuore, immersi in una sottile o evidente angoscia dalla quale sappiamo soltanto fuggire.
Sto dicendo in fondo questo: che per avere delle vacanze soddisfacenti e che servano al loro scopo... bisogna star bene, avere già - prima di tentare di rilassarsi - un buon equilibrio, uno stato vitale alto, essere abbastanza distesi. Sembra un paradosso (o magari sembra ovvio) ma per riuscire a stare meglio... bisogna già vivere bene, cercando di trovare armonia ogni giorno, nella nostra vita quotidiana e con gli altri, sia nella psiche che nel corpo, ricercando ogni giorno un "vuoto" rigenerante e liberatorio, uno spazio che ci riconduca a noi stessi.
Eppure la vacanza è una cosa meravigliosa, rigenerante, durante la quale si può ritrovare l'essenziale, recuperare valori, essere più sé stessi. Se la si condivide con altri può essere rasserenante. Se la si fa con la persona con la quale si condivide la vita, è possibile finalmente rigenerarsi insieme, oppure insieme ritrovare la spensieratezza, la scoperta di nuovi luoghi, di antiche dimensioni. La vacanza è reintegrativa, è una grande benedizione, un beneficio possibile per molti soprattutto del mondo di oggi, ma non è scontato e non va sprecato. In realtà dobbiamo reimparare a ringraziare, ad apprezzare le possibilità che ci vengono offerte, a valorizzare. Però non è possibile farlo se stiamo male, se viviamo senza conoscere noi stessi, portandoci delle ferite insanabili nel cuore, immersi in una sottile o evidente angoscia dalla quale sappiamo soltanto fuggire.
Sto dicendo in fondo questo: che per avere delle vacanze soddisfacenti e che servano al loro scopo... bisogna star bene, avere già - prima di tentare di rilassarsi - un buon equilibrio, uno stato vitale alto, essere abbastanza distesi. Sembra un paradosso (o magari sembra ovvio) ma per riuscire a stare meglio... bisogna già vivere bene, cercando di trovare armonia ogni giorno, nella nostra vita quotidiana e con gli altri, sia nella psiche che nel corpo, ricercando ogni giorno un "vuoto" rigenerante e liberatorio, uno spazio che ci riconduca a noi stessi.