
Dopo la lettura dei lavori presentati sabato scorso al CIS (un gruppo con il quale collaboriamo su temi di ricerca "esoterica" o interiore) sulla “famiglia” come base della società, le osservazioni sulla crisi di valori nel mondo attuale e dopo il relativo dibattito, io e Paola abbiamo continuato a parlarne fra di noi, facendo ulteriori considerazioni in merito. Il tema non è semplice: è dotato di una sua intrinseca complessità e ogni valutazione dipende dalle convinzioni individuali sulla vita, sulla morale e sulla società, dunque non è neppure facile scriverne in poche righe sintetiche, efficaci e non offensive rispetto alle sensibilità diverse. Il presente elaborato - che risponde alla richiesta dei conduttori del CIS di produrne uno e che voglio riproporre su questo mio Blog - è il tentativo di esporre il senso delle nostre comuni riflessioni sull’argomento, risultanti dal dialogo e da una interazione di tipo familiare - proprio per essere in linea con il tema! In tal modo possiamo già mettere in luce uno dei significati che attribuiamo all’idea di famiglia: quello del completamento reciproco attraverso le differenze individuali, in vista di un unico obiettivo o con una visione unitaria. La famiglia è analoga alla Poleis, alla società in genere e ad una qualsiasi forma di collaborazione basata sulla coesione, sul rispetto, sulla condivisione. Allo stesso modo è analoga alla configurazione interna di un singolo individuo, sia dal punto di vista fisiologico – l’insieme organico, sia per quanto riguarda gli altri piani: psichico, mentale e spirituale, esprimendo anche la coordinazione fra di loro. Sottolineiamo l’importanza di due concetti che, a nostro avviso, informano in pari grado l’idea di famiglia e di società in esame: quelli della complessità e dell’unità. Come esemplificazione simbolica di ciò facciamo riferimento alla straordinaria rivoluzione rappresentata nello sviluppo biologico delle forme viventi dagli organismi pluricellulari: attraverso la specializzazione e la differenziazione delle cellule, cioè per mezzo della bio-diversità integrata in un unico insieme organico, la vita ha prodotto funzionalità e interazioni sempre più complesse e atte a riprodurre anche nei piccoli insiemi la meravigliosa molteplicità di quelli più grandi: i sistemi solari, le galassie, gli universi. Osando ancora di più e facendo riferimento all’indagine filosofica e al sentimento religioso, possiamo considerare l’Esistente stesso come costituito dai due fattori dell’unità onnicomprensiva e della molteplice e infinita diversità dei fenomeni. Riflettendo su queste cose ci siamo convinti che dal punto di vista sociale, culturale e spirituale l’umanità sta vivendo una rivoluzione analoga a quella anzidetta, dalla monocellula - cui possiamo paragonare le culture pregresse nella storia a noi conosciuta - all’organismo pluricellulare: la nuova società procede verso l’apertura, la comunicazione totale, l’assimilazione e valorizzazione della complessità e della diversità. La globalizzazione, che nell’attuale presenta moltissimi aspetti negativi in relazione alla crescente uniformità e appiattimento delle realtà nazionali e locali, relativi anche allo sfruttamento massivo di certe aree del mondo a beneficio di altre, ha in sé la potenzialità positiva della comunicazione, del dialogo, dello scambio a tutti i livelli: nessuno potrà più dire di non sapere, di non avere la responsabilità. Il processo attuale di evoluzione delle coscienze, a noi sembra, procede nella direzione dello sviluppo del valore di ogni singolo individuo, di ogni singolo componente di questo mondo, che non delegherà più ad una qualche norma morale o religiosa o sociale imposta dall’esterno e dall’alto o ad una qualche autorità la responsabilità verso la propria vita, quella degli altri e verso l’ambiente. Siamo grati per la libertà di cui già oggi è possibile usufruire, una libertà limitata ma comunque esistente, che ci permette anche di far parte di gruppi di ricerca interiore come quello del CIS che, in altre epoche, non sarebbero stati tollerati dalla cultura dominante. Una libertà che ci permette di strutturare la nostra famiglia non in base a ruoli precostituiti da altri, ma in base alle nostre scelte consapevoli. Questa è la direzione di sviluppo che già intravediamo e auspichiamo per il futuro dell’umanità, pur non negando gli attuali terribili problemi mondiali cui ancora non s’è trovata soluzione, anzi. Dal rovescio del tappeto si vedono soltanto gli intrichi, spesso incomprensibili e apparentemente senza scopo, dei fili: è solo sul davanti, sul diritto del tappeto, che è possibile ammirare il meraviglioso disegno che presenta; così crediamo con profonda convinzione che esista uno scopo superiore, un disegno nascosto e reintegrativo anche per ciò che ora risulta doloroso o inaccettabile. A nostro parere la situazione mondiale attuale si trova, facendo un parallelo metaforico con gli stadi della crescita nell’età evolutiva dell’uomo, nella fase adolescenziale: quando si verifica quel difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta, nel quale le certezze crollano e i nuovi valori non sono ancora ben conosciuti e compresi. In quel momento, proprio per poter crescere come individui autonomi, ci si trova a liberarsi dagli ideali precedenti, quelli dei genitori, attraverso una più o meno dura contrapposizione o confronto con essi, per trovarne di propri o per digerire e rielaborare a proprio modo quelli vecchi. E’ un momento in cui si possono fare errori, certamente, ma è necessario imparare a fare da soli: quanto di positivo si era assimilato nell’infanzia può essere senz’altro di guida nella successiva formazione, ma guai se diventa condizionante al punto da impedire il cammino e da produrre chiusure invece che aperture – così importanti per l’accoglimento del nuovo. Riteniamo questo principio valido per qualsiasi percorso di maturazione e nei riguardi di qualsiasi autorità la quale, se è davvero tale, deve sostenere, educare ed orientare fino ad un certo grado, ma non paternalisticamete sostituirsi in tutto alla coscienza dei singoli. Se lo sviluppo mondiale sta davvero andando nella direzione da noi intravista e auspicata, nessuna cultura chiusa e arroccata su vecchi valori, per quanto coesa e determinata, potrà alla lunga resistere alla forza liberatrice consistente nell’accoglimento delle differenze e nel riconoscimento del loro valore in vista di una unità superiore – quest’ultima non più monolitica e monoculturale, ma complessa, pluriorientata, e con quel grande obiettivo che ne include in sé moltissimi altri: la pace.