mercoledì 22 ottobre 2008

Crisi economica


Tutti noi, qualche tempo fa, ci lamentavamo della crisi dei valori e delle ideologie, degli ideali ormai scomparsi da questo nostro mondo così complesso. Adesso dobbiamo lamentarci anche di una crisi economica di vastissime proporzioni. Gli antichi guardavano a questi eventi collettivi cercando di scorgere segni premonitori, significati ulteriori e il senso del destino dei popoli. Rintracciavano, prima e dopo i grandi movimenti della storia, dei legami con gli astri, con le forze della natura, con i simboli; tracciavano delle simmetrie con le forze interne e quelle esterne all'uomo. Noi siamo quasi del tutto slegati da questo modo di interpretare le cose, da questi tentativi di comprendere ciò che sta oltre le apparenze e la manifestazione esteriore degli eventi stessi. Quando vogliamo capire, riduciamo tutto a numero, a statistica, a grafici. Ci sembrano l'unica cosa solida, realistica. Utilizziamo i numeri soltanto per il loro valore quantitativo, certamente non indulgendo in quello analogico, simbolico e qualitativo - che ci sembrano superflui, specchio di un mondo di credenze primitive e fuori dalla realtà vera. Adesso, però, la nostra logica di vita che si basa quasi esclusivamente sulla quantificazione e sulla equazione valore=quantità, sembra incrinarsi, franare su sé stessa. Uno dei sistemi che maggiormente rappresenta la mentalità odierna, quello ecomomico, si frantuma lasciandoci una triste consapevolezza: l'acume finanziario, la ratio quantificatrice, la scaltrezza ecomistica fondano sull'illusione, su quantità irreali e fittizie, su scambi di valori inesistenti e inconsistenti, che si creano e svaniscono come immateriali e fluttuanti bolle d'aria. Certo, avendo investito così tanto sul solido (dal latino solidus, soldus, soldo), siamo certamente disorientati dalla sua fluidità e imprevedibilità. In realtà non siamo di fronte solamente ad una crisi economica, ma anche e soprattutto alla crisi di una mentalità, di una visione e di una interpretazione del mondo. Dopo la cosidetta caduta del comunismo, probabilmente assistiamo a quella del capitalismo e dei suoi neo-derivati liberisitici. Questo nel senso socio-politico. Nel senso conoscitivo, filosofico ed esoterico la cosa risulta ancora più interessante...

2 commenti:

  1. Caro Maurizio,

    di nuovo d'accordo sulla tua analisi della situazione odierna, in Italia e nel mondo. Ormai i disastri quando ci sono e sono annunciati come in questo caso non sono limitati ad una zona precisa e limitata ma investono tutto il globo, a partire dall'Islanda.

    Quello che vorrei verificare con te è la parte finale del tuo intervento, quando lasci i puntini di sospensione riguardo una attesa rivoluzione di cose anche nel campo conoscitivo, filosofico ed esoterico.

    I miei dubbi al riguardo sono ancora presenti, intendo dire nel risveglio di un numero abbastanza rilevante di menti e di cuori a ciò che fino ad oggi il mondo materialistico ha tenuto nascosto.

    Converrai con me che fino a quando non ci si ritroverà letteralmente in "braghe di tela" il pensiero dell'essere umano "comune" non sarà ancora sfiorato dal pensare che una vita diversa potrebbe ancora esistere, una vita fatta non esclusivamente di soldi, potere, egoismo mal riposto.

    Stringo alla domanda finale: non pensi anche tu che ci stiamo incamminando verso un Armageddon di passaggio, di transizione, necessario per scrollarci di dosso questo "incanto" serrato della materia?

    Buone cose per te. A presto.

    Marco

    postato da Marco il 27/10/2008 09:28

    RispondiElimina
  2. Carissimo Marco, lieto di rileggerti a commentare le mie note sul taccuino. Nello specifico di questo post parli di un Armageddon "di passaggio" necessario ad un cambiamento di visione, un momento di transizione verso il quale ci staremmo incamminando. Si, sono d'accordo con te, e a me sembra che siamo proprio nel bel mezzo dell'epoca oscura che tante tradizioni descrivono: il Kali Yuga degli indù, l'Ultimo Giorno della Legge (Mappo) del buddismo e via dicendo. In realtà, però, il cambiamento in positivo si sta già producendo, perchè tanti - come noi stessi - sono in ricerca di una maggiore comprensione. In effetti io credo che siano, anzi che siamo, tantissimi. Solo che la nuova sensibilità, il nuovo pensiero sono meno evidenti e rumorosi delle realtà predominanti. Ci sono tanti motivi per questo e adesso non è il caso di analizzarli. Tuttavia, poiché ogni cosa ha un'ascesa e un declino ed è implicata in un ciclo vitale, quando l'attuale mentalità collettiva avrà terminato interamente la sua funzione (un tempo positiva, ma ormai piuttosto deleteria) chi adesso è in ricerca (tentando, sbagliando, ma continuando a sperare e ad andare avanti) avrà già preparato e costruito la rete del nuovo modo di pensare e di vivere. Sono d'accordo anche su questo con te: non sarà un Armageddon definitivo, bensì l'inizio di un nuovo ciclo per l'umanità a venire.
    postato da Maurizio il 31/10/2008 09:02

    RispondiElimina