venerdì 25 luglio 2008

Santiago de Compostela, la meta alchemica


Fra gli eventi e gli impegni abbastanza importanti e serrati in questo periodo, ci siamo concessi una piccola vacanza durante i primi giorni di luglio, quasi una breve escursione, a Santiago de Compostela - la meta europea di pellegrinaggio che, più di ogni altra, travalica i confini strettamente cristiani e cattolici. Ad essa, infatti, si avvicinano stranamente (oltre, è ovvio, coloro che sono legati agli ambiti confessionali e religiosi "ufficiali") anche una miriade di persone delle più diverse estrazioni religiose, mistiche e di ricerca interiore. Conosco personalmente qualcuno che ha percorso il Cammino di Santiago pur essendo sostanzialmente ateo, forse agnostico, semplicemente alla ricerca di un contatto diverso con sé stesso e con la solitudine del percorso, con il silenzio interiore e con gli altri pellegrini negli incontri che lungo la strada è possibile fare. Inoltre Santiago è risultato e risulta sempre più attrattivo come itinerario di tipo "New Age". Vedi, ad esempio, i libri che Paulo Coelho ha dedicato all'argomento: "Il cammino di Santiago" e "L'Alchimista"; anzi, credo che il successo di questo scrittore, vate della nuova spiritualità - libera, attenta ai segni e ai misteriosi messaggi della vita - sia proprio iniziato a partire dai lavori citati e da un viaggio che egli stesso aveva in precedenza compiuto a Compostela nel 1986. Anche l'attrice Shirley Mc Laine ha compiuto il pellegrinaggio, e anche per lei è stata un'esperienza di spiritualità New Age, intrisa di segni, simboli, richiami agli antichi percorsi medioevali verso Compostela e a misteriosi e vibranti rapporti energetici con le stelle, con la Via Lattea.



Per ciò che mi riguarda posso anch'io documentare la forza ispiratrice di questo luogo, indubbiamente dovuta alla fede e alla convinzione di innumerevoli persone che vi si sono recate e vi si recano da mille anni. I luoghi si impregnano della psiche di chi li abita, li visita, li percorre: immaginiamo cosa quindi può essere successo qui! Ho trovato anche molto interessante la parte alchemica, quella di antichi ricercatori che hanno visto in "Compostela" il senso di una fase mistica di trasformazione dal Piombo all'Oro: quella del composto-a-stella, quando nel crogiuolo dell'esperienza interiore il caos apparente della realtà comincia ad assumere una struttura ordinata, stellare, cosmica... Evidentemente esistono luoghi che più di altri sono in contatto con realtà sottili, o dove è più facile che avvenga uno scambio con gli invisibili mondi dell'interiorità: anche nell'antico racconto che descrive il ritrovamento della tomba di Santiago e la nascità della prima comunità attorno ad essa, si narra di luci misteriose e configurazioni stellari.



La figura del Santo, di San Giacomo, poi, all'interno della cattedrale a lui dedicata, circondato di ornamenti barocchi, dorati e risplendenti, secondo il mio personalissimo parere è rivestita solo superficialmente di una patina concettuale e religiosa cristiana: in realtà, nel profondo, si avverte una potente divinità antica, pagana. Lui, il Matamoros (nel mito ha aiutato le popolazioni locali a respingere l'invasione moresca), è un primordiale dio difensore, un Giove tonante e magnanimo, dispensatore di miracoli. Santiago è il dio Sole luminoso e Invicto: il Cammino si snoda da est a ovest, proprio come il percorso dell'astro diurno, e si ferma con i pellegrini a Compostela, prima di dirigersi verso la Finis Terrae, l'ultima propaggine della Galizia sull'Oceano Atlantico, dove tradizionalmente ci si affaccia sull'ignoto, alla fine della terre conosciute. Là il Sole si immerge nel mare e attraversa il cammino oscuro, sotterraneo, infero, per riemergere nuovamente vittorioso ad oriente...

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