venerdì 29 ottobre 2010

Halloween e le celebrazioni tradizionali.



Eccoci di nuovo giunti in prossimità della festività di Ognissanti, ormai nota anche in Italia come Halloween. E' una festività che unisce in sé la celebrazione di tutti-i-santi (all-of-them, oppure all-hallows-even = halloween) con quella dei defunti e quindi, in un certo qual modo, rappresenta l'incontro dei vivi con i morti. E' anche la morte della bella stagione: si va incontro al buio, al freddo, ai mesi "tenebrosi", alla notte del ciclo annuale e agricolo. Per questo motivo l'immaginario antico e tradizionale, ma anche quello moderno, ha elaborato questo incontro con l'oscurità e con l'aldilà sia attraverso rituali religiosi, che mediante cerimonie popolari, carnevalesche, con travestimenti gotici e grotteschi per rappresentare spiriti, folletti, mostri, zombi e via dicendo. La cosa interessante è che, quasi a nostra insaputa, noi esseri umani continuiamo a celebrare la nostra profonda unione con la natura, con i suoi cicli e le sue trasformazioni. E' sorprendente che, sia pure nella nostra maniera globalizzata e mercantilizzata, noi uomini "moderni" conserviamo traccia di un'antica saggezza, di un'attenta osservazione della natura che ormai quasi non ci appartiene più. Quindi ripercorriamo ancora, forse per mera abitudine, le antichissime festività autunnali, come l'attuale, e poi quelle del solstizio d'inverno (il Natale e il Capodanno), quelle che celebrano il ritorno delle nuove luci, delle nuove forze primaverili (il Carnevale), quelle dell'inizio della bella stagione e della vittoria sul freddo e l'oscurità (la Pasqua) e via dicendo. Sono tutte feste rielaborate, riadattate a seconda delle religioni dominanti o dell'attuale a-religiosità consumistico-edonistica, però continuano ad esistere, continuano a far sentire - magari inconsciamente - la loro presenza, il loro significato. Quale significato? Al di là dei singoli momenti del ciclo naturale e annuale, al di là del senso delle singole fasi stagionali, quello che si ritualizza è il profondo legame esistente fra macrocosmo e microcosmo, fra universo e uomo. Le antiche culture riproducevano nel rito il processo della natura per innescare dentro se stesse la medesima trasformazione, la medesima morte e rinascita, per chiarire a sé stesse il proprio percorso interiore, ciclico ed evolutivo, che è anche e soprattutto un percorso individuale oltre che collettivo e cosmico. Siamo oggi ancora all'altezza delle profonde intuizioni della Tradizione, di una cultura superiore che affonda nella notte dei tempi e che, probabilmente, travalica anche le nostre attuali conoscenze storiche? Forse sì, perché gradualmente, pian pianino, le stiamo finalmente riscoprendo in noi stessi.

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