lunedì 2 novembre 2009

Bene, male e relativismo.



Qualcuno afferma di sapere esattamente cosa siano il bene e il male e di saper utilizzare praticamente questa conoscenza nella sua vita, cioè di seguire il bene e combattere il male. Quel qualcuno aggiunge che il mondo di oggi è confuso, che i filosofi moderni sono confusi e sono dei cattivi maestri perché non propongono più una corretta distinzione fra bene e male e fanno del mero relativismo in proposito. Distinguere il bene dal male è facile, prosegue - un'azione violenta è male, anche una semplice scortesia nel salutarsi: augurarsi il buon giorno è sostanzialmente differente dall'aggredirsi quando ci si incontra! E' solo un esempio, dice quel qualcuno, ma vale a far comprendere la differenza fra bene e male. Allo stesso modo, ammalarsi è male, stare in salute è bene (!), e via dicendo... semplice, no? Si, semplicissimo, anzi direi... semplicistico. Non che le cose semplici non siano apprezzabili, tutt'altro. Però vorrei citare la definizione di semplicismo data dal Dizionario Garzanti: "modo troppo semplice di considerare le cose, senza penetrarne le ragioni profonde, per superficialità, pigrizia o effettiva incapacità." Naturalmente tutti tendiamo ad essere d'accordo sul fatto che bisogna agire perseguendo il bene e non il male, per lo meno coloro che si pongono questioni etiche, ma per applicare questo principio in relazione alla vita vera e non alla teoria bisogna riflettere e mettersi in discussione. Per esempio: come riteniamo di classificare dal punto di vista delle categorie "bene" e "male" l'eutanasia, l'omosessualità, l'aborto, la guerra preventiva e non, la famiglia "allargata", il rapporto con altre religioni come l'Islam, eccetera, eccetera? Vogliamo scommettere che abbiamo, ognuno di noi, delle risposte differenti, anche molto molto differenti? Significa forse che chi non la pensa come noi sta dalla parte del male, perchè - naturalmente - siamo noi ad essere da quella del bene? Anche volendo prescindere dai grandi temi etici, può non essere facile capire dove stanno il bene e il male nelle piccole scelte, in famiglia, nelle relazioni con gli altri, a livello personale: bisogna accettare una certa proposta di lavoro oppure no, cercare di correggere chi ci sembra che stia sbagliando oppure essere indulgenti, essere gentili o severi, decisi o remissivi? A me sembra evidente che non si possa dare una risposta sola e sempre valida, perché il "bene" può presentarsi in modi diversi, e il "male" altrettanto - e i casi sfumati, non immediatamente categorizzabili, sono la regola più che l'eccezione! Inoltre da situazione a situazione e da momento a momento la valutazione può mutare, bisogna essere molto attenti, ben desti! La questione della scelta giusta impone una riflessione continua a chi sente l'esigenza di un comportamento etico: un continuo dubbio, un sapersi mettere in discussione, una costante attenzione alla conoscenza di sé. Certamente il cosiddetto relativismo può effettivamente arrivare all'eccesso di relativizzare troppo l'etica, e ciò è male. Però va anche detto che la consapevolezza della complessità, delle sfaccettature che ogni azione, pensiero o parola possono avere, è una forma di maturità dell'essere umano. Decidere sempre in base ad un decalogo stabilito una volta per tutte è un tantino troppo schematico e superficiale, anche se può essere utile per chi non vuole accettare la responsabilità di scelte e decisioni mature, ma preferisce uniformarsi a dettati autoritari morali o divini. Sicuramente alcuni dei principi dei comandamenti tradizionali sono validissimi quando prescrivono il rispetto e la non-violenza verso gli altri, per esempio il "non rubare" e il "non uccidere". Tuttavia il "non avrai altro dio al di fuori di me" e l'"onora il padre e la madre" sono già discutibili, soprattutto quando la prima proposizione degenera in fanatismo e la seconda propone una cieca sottomissione a possibili figure genitoriali depravate.


Vogliamo dirla tutta? Beh, secondo me seguire un rigido schema in queste questioni è violenza, cecità, fanatismo, insomma è... male! Con buona pace dei benpensanti.
Cosiddetti.

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