venerdì 16 ottobre 2009

Freddo fuori, luce dentro.


I cambiamenti di stagione sono eventi meravigliosi, che non coinvolgono soltanto la nostra esperienza della luce e del buio, del calore o del freddo, della siccità o dell'umidità, né sono soltanto in relazione con alimentazione, lavoro, vacanze e festività, spostamenti, maglioni e indumenti, la moda e via dicendo. Intendo dire che, oltre a tutte le cose nominate e a tante altre riguardanti il nostro rapporto con l'ambiente, con la vita di relazione e con noi stessi, c'è anche l'esperienza spirituale delle stagioni, esiste una relazione molto intima con il ciclo annuale di cui siamo, normalmente, poco coscienti - presi da un'affaccendata quotidianità che lascia poco tempo per osservare a fondo le nostre sensazioni interiori, le trasformazioni del nostro "cuore" collegate con il trascorrere stagionale.


La comparsa del freddo di questi giorni, l'affacciarsi dell'autunno e il preannuncio dell'inverno, forse anche per il contrasto con la appena trascorsa e caldissima estate, costituiscono per me una esperienza spirituale viva, quest'anno più che altri. E' qualcosa che percepivo in maniera particolarmente vivida da ragazzo, quando il clima autunnale mi dava sensazioni di felicità e di "novità" che, poi, gradualmente si sono affievolite, per lasciare il posto ad una leggera tristezza e al rimpianto per la "bella" stagione passata. La comprensibile riluttanza ad accettare l'autunno, però, spesso non ci fa rendere conto della bellezza tipica di questo momento annuale, non ci fa apprezzare i colori straordinari e intensi della vegetazione simili a quelli del sole al tramonto, i cieli tersi e gelidi dell'ambiente naturale e, soprattutto, quel senso di ripiegamento su sé stessi, sul proprio cuore. Il freddo, l'oscurità sopraggiungente, l'atmosfera talvolta cupa, la pioggia, interrompono la manifestazione evidente della vita e dell'attività al di fuori di noi - il calore, la luce. L'ambiente non sollecita più la nostra partecipazione, il godimento e il rilassamento, il piacere del nostro essere presenti nel mondo con il corpo; piuttosto induce a chiudere, a ritirare, a proteggere, a non manifestare esteriormente la vita, ma a cercarla all'interno - non nella parte corporea ed esteriore, ma in quella spirituale e interiore. La luce, il calore e il colore cominciano a farsi percepire dentro, e tendono a portare una gioia interna, una vivacità gioiosa dello spirito.

Naturalmente si tratta di osservazioni e percezioni personali, che tuttavia si possono confermare almeno in parte facendo riferimento alle culture umane, alle festività autunnali e invernali della tradizione, allo Yin e allo Yang. Io riassumerei tutto ciò, in definitiva, in questa semplice frase: freddo fuori, luce dentro.

1 commento:

  1. anch'io penso all'autunno come una bella esperienza interiore...ma dopo aver letto l tuo post devo calarmi di più in me.grazie

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