giovedì 18 gennaio 2007

Contagio psichico.


C'è un concetto molto interessante che ho appreso fra una fase e l'altra delle mie ricerche, diciamo, esoteriche o, meglio, non convenzionali. Mi riferisco all'idea di "contagio psichico". Questo concetto si adatta molto bene ai nostri tempi, così difficili, violenti e, per certi versi, oscuri. Faccio una premessa: fino al XIX secolo, più o meno fino alla seconda metà dell'Ottocento, non si credeva neppure al contagio fisico. Gli strumenti chirurgici, ad esempio, non venivano sterilizzati e le operazioni venivano fatte con le mani nude. Non c'era nozione di batteri e microrganismi. Le prime scoperte ed elaborazioni in merito ad opera di Spallanzani, Pasteur, Koch e altri destarono inizialmente incredulità, perplessità e sospetto. Analogamente, oggi, potrebbe risultare strano accettare l’idea che anche psichicamente si possano raccogliere dall’ambiente, dagli altri, delle influenze negative, ma a detta dei maestri e degli studiosi dell’aspetto sottile dell’esistenza, sembra che sia proprio così. Mi riferisco al fatto che in tempi difficili come i nostri si crea una sorta di trasmissione invisibile da persona a persona di pensieri e sentimenti di depressione, di insoddisfazione, di intolleranza, di paura, di smarrimento. Quanto accade, ad esempio, in Iraq o in altri territori di guerra, entra a far parte della "psiche di gruppo" che avvolge tutto il pianeta, e si trasmette anche a chi non ha gli stessi problemi e non deve affrontare direttamente il rischio di una morte violenta o provvedere al proprio e altrui sostentamento in condizioni disperate. Questo tipo di influenza invisibile, che si propaga per mezzo di una sorta di "inconscio collettivo" alla maniera junghiana, oppure dell'Anima Mundi degli ermetisti, fa sì che aumenti nelle persone in tutto il pianeta un'inquietudine, un'angoscia che non ha una spiegazione immediata. Anche chi non segue i notiziari, chi sorvola su tante cose e si disinteressa della drammaticità di tanti avvenimenti, può trovarsi a sentire una infelicità interiore che non ha spiegazioni evidenti: pur conducendo una vita abbastanza tranquilla, non avendo problemi particolari, si arriva a percepire uno squilibrio interno, del cuore, di cui magari non si riesce a trovare la causa. Questo "contagio psichico" - in maniera più o meno consapevole - viene anche utilizzato da qualcuno, per esempio da certi governi o certe parti politiche, perché diffondere una sensazione di instabilità e di emergenza è uno strumento per dirigere più facilmente le masse, per far passare cose che in tempi tranquilli non sarebbero né accettabili né concepibili. Come difendersi da queste correnti psichiche negative che, in un modo o nell'altro, ci coinvolgono e influenzano la nostra vita? Un modo è quello di, innanzitutto, prenderne coscienza: già la consapevolezza permette di esserne abbastanza liberi, perché riduce la forza trascinante dell'inconscio e la incanala in modo diverso. Poi, io credo, qualsiasi percorso di autoconoscenza, di introspezione, di recupero della dimensione spirituale e individuale, conferisce una buona parte di autonomia rispetto alle correnti collettive e alla psiche di gruppo. Infine, una corretta pratica di meditazione o preghiera - intesa come contatto con la parte più profonda di sé - è uno strumento potentissimo per contrastare la depressione e il malessere, anche quelli indotti dai contagi di cui parliamo. Riappropriarsi di speranza, di coraggio e di buon umore è un sistema per aiutare invisibilmente gli altri (cui va offerto, naturalmente, anche l'aiuto "visibile"!) e per "innalzare" l'atmosfera psichica del pianeta: la trasmissione sul piano sottile dei pensieri e delle emozioni avviene anche per quelli positivi e, dunque, in questo caso rappresenta un "contagio virtuoso", una purificazione dell'Anima Mundi in cui tutti siamo immersi e da cui tutti possiamo trarre sostegno e beneficio.

2 commenti:

  1. Hai ragione più positivi sono i nostri pensieri e meglio tutto funziona Alice
    postato da Alice il 23/01/2007 15:02

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  2. . Caro Maurizio, di nuovo d'accordissimo con te sull'analisi e la terapia che si potrebbe suggerire per limitare (come prima risposta) e poi per dissolvere luminosamente le oscurità del pensiero e del sentire umano. Una volta messa un tantino a fuoco la situazione del "mare magnum" nel quale noi tutti esseri umani siamo immersi, gli uni accanto agli altri, naviganti solitari eppure a stretto contatto di gomito, di fiato, di cuore e di spirito. Ho esempi quotidiani davanti a me, anche le persone più care, di questo coinvolgimento che modifica il carattere e la serenità, che ci porta a trattare con nervosismo e con insofferenza i nostri simili che intralciano la nostra fretta e i nostri tempi stretti. I pensieri luminosi e sereni, sembra più difficili di giorno in giorno, potrebbero invertire il processo: ancora non siamo consapevoli del grande potere curativo del pensiero amorevole e di pace. In una parola del sentimento di amore. Marco
    postato da Marco il 24/01/2007 22:13

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