martedì 30 gennaio 2007

Pacs Vobiscum.


Ci risiamo. Di nuovo lo spaventoso pericolo dei Pacs e gli anatemi del clero contro la disgregazione della famiglia tradizionale. Mi chiedo come mai in Spagna – a quanto ne so - non ci sia stata tutta questa lotta, questo clamore, queste decisioni sofferte, queste alzate di scudi. Mi chiedo se la Spagna non rappresenti l’abisso della perdizione e dell’inferno, se si stia davvero disgregando socialmente e moralmente sotto i nostri occhi. Per non parlare, poi, di altri paesi europei che, a questo punto, hanno nell’Italia – anzi, in una parte di essa, la più “illuminata” e liberale - l’alto esempio dell’integrità morale, della coscienza assoluta, della perfetta comprensione dei dettami divini. Scusate lo “sfogo”, però certe volte mi sembra che stiamo facendo una sorta di gioco inconsapevole e perciò tragico, una commedia di cui non percepiamo più il ridicolo, l’assurdità o la possibile ironia – convinti di essere “seri” e ragionevoli. Mi spiego meglio: guardiamo per un istante con gli occhi della mente all’infinita o indefinita molteplicità dei mondi, degli universi, delle galassie, dei cosmi, a questa potente e meravigliosa e straordinaria esplosione di vita. Riflettiamo sulle molteplici forme che essa assume, facendo per esempio sopravvivere dei microrganismi in condizioni biologiche incredibili, anche in acidi potentissimi. Stelle e batteri, supernove e buchi neri e quant’altro di ancora inconoscibile, cui la nostra scienza non può tutt’ora che avvicinarsi da lontano oppure non avvicinarsi affatto - perché al confronto è soltanto il balbettio di un infante. Pensiamo, oltre che all’incanto e allo stupore che ci evoca la vita universale, alla profondità della morte, alla sua incomprensibilità, al mistero incommensurabile che in essa percepiamo… Ebbene di fronte a tutto ciò… che ci sorprende, che ci apre il cuore e la mente, che ci fa meditare, che ci terrorizza con il suo “tremendum”, con il suo fascino… di fronte a tutto ciò… ecco la Famiglia, composta così e cosà, Uomo e Donna, la riproduzione come fine, voluta così e cosà da Dio stesso che ce lo ha fatto sapere attraverso le Scritture, i Profeti, i Prelati vestiti con tonache colorate, con tiare e paramenti maestosi e impreziositi da anelli e monili. I Prelati sanno quali Scritture sono da considerarsi Testi Sacri e quali no, conoscono con certezza ciò che Dio pensa, vuole e comanda, quali sono la Sua morale e la Sua etica, e ci istruiscono sulla Sua Idea della Famiglia – la Sua, beninteso, non la loro! Perché loro sono i Portavoce del Padreterno. In Sua vece comminano punizioni, sanzionano, giudicano, moralizzano, entrano nella vita privata delle persone, la indirizzano secondo il Bene e il Giusto. Forse sono troppo polemico: posso offendere coloro che, in buona fede, vogliono comportarsi bene e desiderano conoscere una linea di condotta per non contravvenire alle leggi divine. Me ne dispiace e mi scuso, però non posso fare a meno di pensare che dobbiamo smetterla di proiettare sull’Assoluto, sulla Legge Universale, sulla Vita, sulla Natura, su Dio, le nostre opinioni limitate e i nostri umani pregiudizi. Penso che dovremmo lasciare un pò di spazio affinché la componente divina presente in noi stessi e in tutto parli da sé al nostro cuore, senza interpreti, senza paure. Questo non significa che dobbiamo comportarci secondo l’arbitrio del momento, che dobbiamo agire male in preda al diavolo – come sbandierano i presunti moralizzatori. Dico solo che, secondo me, una persona eticamente e moralmente corretta non dice agli altri cosa devono fare, ma lo fa in prima persona, magari in silenzio. Credo inoltre che non abbia la pretesa di conoscere il Volere di Dio o la Legge Universa, ma la vada scoprendo ogni giorno e ogni momento nella propria vita. Penso che una tale scoperta sia come un’avventura sempre nuova, che in essa via sia stupore, meraviglia, ammirazione e rispetto per la molteplicità infinita di modi e di forme attraverso le quali il divino si esprime, senza limitarsi ad una sola modalità approvata e sigillata da sempre e per sempre dalle Alte Gerarchie Ecclesiali. Come si può far entrare il mare in un bicchier d’acqua? Come si può costringere la Vita in uno schemino didascalico?

5 commenti:

  1. Caro Maurizio, anche io come te (penso anche parecchi cattolici sedicentisi tali) sono un pò demoralizzato dal tono terra-terra delle attuali gerarchie vaticane che tuonano contro la possibilità per ora solo eventuale di una regolamentazione delle coppie umane di fatto. Anche io come te nutro speranze che nelle altre nazioni europee (la maggior parte di loro in Europa) le cose non vadano poi così malaccio, dove hanno approvato e posto in essere tale simile regolamentazione, senza portare alcun colpo mortale alla famiglia tradizionalmente intesa. Anche io come te rimango colmo di meraviglia di fronte alle grandezze dell'universo, quella piccola parte che la nostra mente arriva ad immaginare. Mi conforta però anche un altro pensiero: che tutti gli ostacoli posti lungo il cammino dell'essere umano, sia esso di buona volontà o di meno buona volontà, sono posti colà dalla grazia e dall'amore divino. Tutti gli ostacoli, grandi e piccoli, gli tsunami e i terremoti, la foratura della ruota durante la guida oppure gli interventi della sede vaticana contro la regolamentazione di questa cosa o di quella, tutto ciò è previsto ed atteso, come banco di prova per l'evoluzione, come strumento ed attrezzo ginnico per la individuale presa di coscienza e di auto-determinazione. In altre parole, caro Maurizio, così ha da essere. A noi la scelta: dormire oppure svegliarci? Ciao. Marco
    postato da Marco il 31/01/2007 02:29

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  2. Mi unisco a Don Marco per esprimere il mio piacere nel leggerti.....hai una bellissima visione delle cose (almeno dal mio punto di vista) complimenti Magnolia
    postato da Magnolia il 01/02/2007 15:49

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  3. Caro Maurizio, grazie a te per gli spunti che regolarmente ci offri qui online. Bello il tuo rimarcare la apparente opposizione tra il "Bene" ed il "Male". Ad offrire un altro punticino di riflessione si potrebbe dire che: il "Male" altro non sia che mancanza del "Bene". Ove il bene venisse omesso ecco che invariabilmente appare il "male", come entità apparentemente dotata di vita propria. Esiste l'oscurità oppure è dotata di vita sua propria, indipendentemente dall'esistenza della luce? Esiste la notte oppure è solo mancanza del giorno? Che bella la filosofia e la teologia! Ciao. Marco
    postato da Marco il 31/01/2007 17:06

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  4. Hai ragione Marco: tutto, in fondo, dev'essere riconducibile ad un piano divino più generale, più vasto di quanto oggi riusciamo a vedere. Quindi anche la sofferenza, l'ostacolo, la violenza e il male devono rientrare in questo piano e avere la loro funzione. Altrimenti sarebbe come dire che esiste qualcosa "al-di-fuori" del Tutto, dell'Esistente, di Dio. Ciò è assurdo e anche filosoficamente illogico: come il Diavolo e l'Inferno che sarebbero "eternamente" contrari a Dio , epperò ne avrebbero un attributo - l'eternità! Esisterebbero, quindi, due Assoluti! Dio e Diavolo, Bene e Male, per sempre divisi: un'assurdità, se si vede la Realtà come unitaria e totale (l'unico modo in cui si può ragionevolmente concepire). A questo proposito risulta interessante il Libro di Giona, forse l'unico della Bibbia nel quale il Male e la Prova sono descritti come funzionali al Bene e ad una maggiore comprensione... Grazie per i tuoi commenti. Ciao!
    postato da Maurizio il 31/01/2007 09:51

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  5. Condivido quello che dici riguardo al fatto che ognuno dovrebbe cercare delle risposte interiormente con l'aiuto del proprio cuore prima di esprimersi. La nostra sacralità sta nel fatto che ognuno di noi puo' attingere ai suoi valori, quelli che piu' lo rappresentano. Il problema dei pacs - termine che mi irrita in quanto sigla a-umana - è per la Chiesa probabilmente un grosso problema, perchè da secoli la Chiesa stessa ha cercato di difendere principi che per loro erano (e sono) basilari per la loro identità istitutiva. Reputo normale che la Chiesa, come qualsiasi altro singolo individuo, abbia paura di "affrontarsi" perchè si ha paura poi di "disgregarsi", di "frammentarsi" ideologicamente, istitutivamente. Credo che il comportamento ecclesiastico possa essere accostato al termine psicanalitico di "difesa". Spero di essermi spiegato adeguatamente... Il problema, analizzato da un ottica politica, è visto probabilmente secondo primcipi e finalità diversi. Personalmente credo che la politica sia piu' propensa a difendere il gruppo "famiglia" come nucleo-fondamenta dell'identità civile piuttosto che porre in essere i presupposti per affiancarle un nuovo nucleo basato sulle unioni di fatto. Penso che questo sia dovuto al fatto di voler "riprodurre" un modello familiare perchè possano essere garantiti nuovi cittadini nel futuro; una sorta di salvaguardia "dell'evoluzione della specie", ecco... Spero di poter essere stato chiaro anche qui... Nel caso di riconoscimento giuridico delle unioni di fatto, la politica italiana dovrebbe affrontare parallelamente il problema delle fecondazioni, e questo credo che la nostra mentalità politica attuale non sia in grado di farlo.
    postato da Giuseppe il 02/02/2007 13:26

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