
Dietro l'abitudine di farsi gli auguri c'è tutta una tradizione di cui normalmente siamo poco consapevoli. La parola 'augurio', ad esempio, significa 'presagio', ed è connessa con la visione del futuro, con la lettura di segnali simbolici così come era usanza presso gli antichi romani o le altre popolazioni e culture durante particolari occasioni o momenti dell'anno. Augurale, augurio: in particolare s'intende un presagio positivo; cioè, quando 'facciamo gli auguri', intendiamo dire alla persona a cui li rivolgiamo che intravvediamo nel suo futuro degli eventi favorevoli, fortunati, insomma facciamo una predizione. Queste 'profezie' che offriamo avrebbero anche lo scopo di esorcizzare quegli eventi spiacevoli o negativi che, comunque, come per tutti, inevitabilmente faranno parte della nostra e altrui esperienza: sottolineando in anticipo che ci saranno circostanze fortunate nel futuro, intendiamo anche dire che quelle negative saranno secondarie, di secondo piano rispetto a quelle. In fondo c'è un messaggio sapienziale nascosto in tutto ciò: come se si volesse dire che qualunque cosa accada il senso della vita è sempre favorevole, conduce sempre alla crescita, all'ampliamento della coscienza. Come si dicesse che, comunque, l'esistenza non è priva di senso, che c'è un disegno preciso favorevole a tutte le creature viventi: di per sé questa è la 'buona novella', l'annuncio, l''evangelo', la rivelazione, l'illuminazione. Nella vita - oltre agli eventi belli, sereni o felici - ci sono sempre anche dei momenti duri, difficili, degli ostacoli da superare. Trovare in essi la forza per una crescita interiore e per un'apertura verso gli altri è... il miglior augurio!