venerdì 9 dicembre 2005

Religione e realtà storica.


Immaginiamo che Gesù Cristo non sia mai esistito: in effetti non ci sono ancora inoppugnabili documenti dell'epoca - né romani nè ebraici - sulla sua presenza a Gerusalemme, sul suo processo, sulla sua morte. Inoltre secondo alcuni studiosi neanche Nazareth, all'epoca, esisteva: si tratta di un insediamento di molto successivo alla presunta epoca di Gesù. Oppure, ancora, immaginiamo che non sia morto sulla croce: qualcuno ritiene addirittura che sia sopravvissuto a quell'esperienza e sia andato a vivere in Kashmir, dove c'è la sua tomba! Qualcun altro pensa che fosse sposato con una delle Marie, forse proprio la cosiddetta Maria di Magdala, e che dopo la sua morte la moglie incinta sia approdata in Francia, dove la figliolanza di Gesù diede inizio alla dinastia Merovingia. Sembrano fandonie, e forse lo sono anche, eppure alcuni ricercatori 'eterodossi' ritengono tutto ciò probabile e adducono a sostegno interessanti 'prove' e ragionamenti. In effetti i vangeli 'ortodossi' sono posteriori all'epoca del Cristo e, quindi, i loro racconti potrebbero essere inattendibili, modificati in tutto o in parte per avvalorare la nascente tesi religiosa. Tre dei vangeli sono 'sinottici', cioè raccontano più o meno la stessa storia (però le differenze ci sono, e alcune sono rilevanti); il vangelo di Giovanni invece è diverso e non cita eventi che sono importanti, fondamentali, per gli altri tre: la sua impostazione è molto più affine a quella dei vangeli apocrifi, particolarmente di indirizzo gnostico. Anche dando un certo credito al racconto dei vangeli, va tenuto presente che il cristianesimo è stato rielaborato da Paolo e che l'interpretazione della 'nuova religione' è stata data da lui, che vi ha introdotto concezioni del mondo greco, estranee all'ebraismo e - probabilmente - anche al messaggio del Cristo. Sembra che la chiesa primitiva, detta 'di Gerusalemme', quella fondata dai diretti discepoli di Gesù e capeggiata da Giacomo, un suo parente (fratello?), fosse totalmente ostile alla forma che la predicazione di Gesù stava prendendo presso i non-ebrei. Oggi si pensa che l'editto di Costantino sia un falso, e che l'imperatore - pur indicendo un concilio, quello di Nicea, a favore della nuova religione - l'abbia fatto per motivi esclusivamente politici: pare, infatti, che egli sia rimasto fino alla morte un 'pagano', devoto del 'Sol Invictus', cioè del Sole. Il concilio di Nicea, comunque, escluse molte interessanti interpretazioni e discussioni nell'ambito del cristianesimo considerandole come correnti eretiche. Qui mi fermo. Ho fatto solo una panoramica superficiale su alcuni dei dubbi che possono venire ad una attenta riflessione su certi assunti della fede cristiana o cattolica. Non ho la competenza per esaminarli in maniera seria e approfondita, ma penso che su questi argomenti - per noi che siamo nati e cresciuti nella cultura giudaico-cristiana occidentale - bisognerebbe veramente meditare. Mi chiedo, però, questo: tutto ciò cambia qualcosa dal punto di vista di ciò che Gesù Cristo ha rappresentato e rappresenta per milioni e milioni di uomini? Il cristianesimo ha prodotto violenze, errori. Però ha anche generato movimenti di tutto rispetto, grandi mistici, santi e saggi. Prendiamo ad esempio Francesco. Basò la sua intensa passione religiosa sul recupero delle 'verità' espresse nel vangelo. Se quest'ultimo fosse un falso storico, cambierebbe qualcosa per il fraticello di Assisi? Se il Cristo che lui aveva immaginato non fosse mai esistito o non fosse stato così come tramandato, dovremmo dire che Francesco si era sbagliato? Oppure comunque il santo aveva davvero trovato qualcosa oltre la verità storica, qualcosa... all'interno di sé stesso?

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